La nostra azienda ha origini lontane: risale al 1654, quando Gerolamo Vivaldo, finanziere genovese, acquistò dal Re di Spagna, Filippo IV, alcune tonnare in Sardegna, tra le quali Portoscuso.

A Portoscuso erano compresi nell'acquisto gli impianti per la conservazione oggi rudimentale, ma per quei tempi indubbiamente importante, e che consisteva nella salagione o essiccazione di parti dei pesci. Va ricordato che il mare antistante era ed è interessato alla famosa "corsa" del thunnus thinnus, o tonno rosso, che è l'esemplare più grosso e autentico tra tutti i tonnidi (le sottospecie sono molte) e che fra la primavera e l'estate fa la sua comparsa nel Mediterraneo, concentrandosi in particolari zone di esso.
In tempi antichi la pesca avveniva esclusivamente con l'impianto fisso della tonnara (ve ne erano in epoca antichissima, in muratura); poi si sono trovati i nuovi sistemi di cattura fino ad arrivare a quelli modernissimi delle circuizioni e/o delle linee di ami (di recente, anche questi attrezzi, predisposti originariamente per i pesci spada, sono divenuti utili per la cattura di esemplari di tonno di grossa pezzatura - intorno ai 200 Kg. ciascuno).

Circa centocinquanta anni fa, La gestione della lavorazione da Portoscuso (dove è rimasto e sussiste tuttora lo stabilimento di pesca)fu trasferita nella vicina e antistante Isola di S.Pietro, nella quale, dopo un lunghissimo periodo di assenza di abitanti, si era stabi-lita, verso la metà del XVIII secolo, una colonia ligure proveniente dalla isola africana di Tabarca e sottratta alla schiavitù.
La zona del sud-ovest della Sardegna conobbe in passato diverse aziende tonnare.
Poi eventi sfavorevoli, anche di natura politica, fecero sì che verso la metà di questo secolo, via via si esaurissero, fino a cessare.
Resistette soltanto la nostra, che ad un certo punto assunse la forma societaria che conserva tuttora.
Ridente cittadina sul mare, Portoscuso sorge sulla costa sud-occidentale, che si estende per 8 Km, dalla Caletta a Guroneddu, ricca di insenature.
La sua nascita risale al 1554, ed é dovuta alla pesca del tonno e del corallo, di cui era ricchissima. Le costruzioni più antiche sono la Torre e l'Arsenale, denominato Su Pranu. La Torre fu edificata durante la dominazione spagnola a difesa del luogo, e per avvistare le navi nemiche, e in particolare quelle dei saraceni. Costoro infatti depredavano lo stabilimento di Tonnara e gli stessi abitanti, rivenduti come schiavi.
Essa fa parte di una serie di torri che circondavano il litorale della Sardegna, poggianti su scogli a 30 metri sul livello del mare. Edificato attorno alla metà del 1500, l'arsenale ha forma trapezoidale ed uno spazio interno vastissimo che si apre sul mare. Si affacciano al mare anche gli alloggi dei tonnarotti ed i vari magazzini. Accanto alla chiesa si trova la bandiera che veniva issata quando era in atto la mattanza e la campana scandiva le ore dei tonnarotti nella loro attività.
La gustosa cucina locale é a base di pesce, ma il tonno é cucinato nei modi più; diversi; il piatto tipico é il tonno umido, mentre l'uovo o bottarga costituisce un prelibato antipasto o un ottimo condimento per gli spaghetti.

Mille liguri nell'ottobre del 1541, al seguito dei Lomellini, Signori di Pegli (Genova), approdarono a Tabarka, isola della Tunisia, per dedicarsi alla pesca del corallo.All'inizio del '700, per le ripetute incursioni dei pirati barbareschi e per l'impoverimento dei banchi coralliferi, i Tabarkini accettarono l'invito di Carlo Emanuele III di Savoia, re del regno Sardo Piemontese,e si trasferirono nell'isola di S.Pietro allora disabitata; fondarono quindi la città di Carloforte in onore del sovrano. Nell'isola di S.Pietro essi proseguirono le attivitàdi sempre dedicandosi alla pesca del tonno e del corallo. Alla fine del '700 Carloforte subì due invasioni, la prima ad operadei francesi e la seconda, ben più drammatica, da parte dei pirati tunisini che ripartirono per l'Africa con oltre 800 persone come ostaggi. Solo dopo cinque anni vennero finalmente liberati grazie al re Carlo Emanuele IV.
Nella seconda metà del secolo scorso Carloforte conobbe un grande sviluppo, favorito dal trasferimento dei minerali estratti nel vicino Iglesiente-Guspinese e trasportati nell'isola con imprenditoria e manodopera locale, per essere imbarcati verso destinazioni lontane.
Con la crisi delle miniere ripresero vigore le attività tradizionali: pesca, artigianato, marittimi.
La storia dell'Isola Piana è legata alla Tonnara omonima, che da tempi antichi viene calata in mare nelle vicinanze. La pesca del tonno avviene mediante un sistema di reti fisse in mare al quale è sempre connesso un complesso di attività terrestri per svolgere le quali, in passato, esisteva un vero e proprio villaggio completamente autonomo, ubicato nei pressi dell'impianto in mare, abitato stagionalmente dai pescatori. Sia l'impianto in mare, sia l'insediamento in terra sono chiamati "Tonnara". La tonnara dell'Isola Piana è tonnara "Grande da costa".
Il primo contratto di concessione a noi pervenuto è del 1698, stipulato tra il Re di Spagna e un mercante cagliaritano che la tenne fino al 1711, anno in cui dal Re di Sardegna fu ceduta in assoluta proprietà a Don Francesco Pes.Al medesimo nel 1774 venne infeudata l'Isola Piana con l'attiguo isolotto dei Ratti con titolo di Marchese di Villamarina. Nel 1898 il Marchese Salvatore Pes di Villamarina e d'Azeglio, volle esercitare direttamente la pesca e con le possibilità tecniche dell'epoca e senza badare a spese si dedicò al rinnovamento delle attrezzature dell'insediamento, dando all'Isola Piana lo stile e l'assetto che, salvo piccole modifiche, è giunto ai nostri giorni.
Negli anni 60' i Marchesi di Villamarina cedetterol'attività di pesca alla Ligure Sarda Spa, e dal 1990 la Carloforte Tonnare P.I.A.M. gestisce direttamente la pesca. Attualmente la gestione è riunita nella Consociazione delle tonnare di Carloforte e Portoscuso. Nel 1964 il villaggio venne abbandonato, ma puntualmente tutti gli anni ai primi di maggio viene calata in mare la tonnara e fino alla fine di giugno è possibile assistere alle mattanze. Il pescato è sempre lavorato fresco sul posto allo stabilimento sito alla Punta sull'Isola di San Pietro.